lunedì 18 aprile 2016

Fecondazione assistita: il fattore tempo







"QUELLA che cambia è la prospettiva, e non è certo roba da poco. Finora, infatti, nel campo della procreazione medicalmente assistita (Pma) si è sempre parlato di live birth rate,cioè di percentuali di bambini nati vivi. Certamente un dato importantissimo per le donne che si apprestano a cominciare quel viaggio meraviglioso e distruttivo alla fine del quale può esserci - oppure no - un figlio. Oggi, però, alle donne interessa anche un altro numerino, quello che i medici chiamano Time to pregnancy. Ovvero: quanti tentativi bisogna fare per riuscire a rimanere incinta. Problema importante. Come importante è la domanda successiva, alla quale però non è così facile dare risposte. Ovvero, quando fermarsi? A quanti tentativi ci si può sottoporre prima di gettare la spugna?
Sia chiaro che tutte queste domande si riallacciano sempre al solito problema: si fanno figli troppo tardi e troppo tardi ci si accorge di non poterli avere. Ed è questo il tema che affronta oggi a Roma il "Fertility Forum- New perspectives in Time to pregnancy", organizzato da Merck. L'età media in cui una donna italiana accede alle tecniche di Pma è tra le più alte d'Europa: il 72 per cento ha più di 35 anni. E cresce anche la quota di donne oltre i 40 anni, che si attesta al 31 per cento. I dati - dell'ultimo rapporto del ministero della Salute al Parlamento - indicano pure quello che già tutti sanno, donne ed esperti: più si è anziane biologicamente meno chance si hanno di poter avere un figlio. E infatti su cento cicli di Fivet o Icsi in donne sotto i 34 anni sono state ottenute 28 gravidanze, solo 5 invece in altri cento cicli su donne sopra i 42.

Il fattore tempo. Il cosiddetto fattore tempo diventa allora il punto cruciale. Uno studio appena pubblicato su Fertility & Sterility potrebbe aiutare le donne ad aumentare le possibilità per ciclo. "Nessuno aveva mai provato la doppia stimolazione standard nello stesso ciclo - spiega Filippo Maria Ubaldi, direttore clinico dei centri di medicina della riproduzione Genera e primo autore dello studio - nonostante si sappia che nello stesso ciclo ci sono due o tre ondate follicolari. Avendo a che fare con donne sempre più biologicamente anziane, nel nostro centro l'83 per cento ha più di 35 anni, abbiamo pensato di prelevare i follicoli di ondate diverse in donne con bassa riserva ovarica. Il metodo si può utilizzare quando si prevede di prelevare un numero di ovociti sotto ai sei- otto circa. Con la seconda stimolazione - che si effettua a 5 giorni dal prelievo degli ovociti della prima, con gli stessi farmaci e gli stessi dosaggi - mediamente riusciamo a prelevare lo stesso numero di ovociti della prima. Con la stessa qualità".

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