martedì 28 aprile 2015

Osteopatia e infertilità



Come si inserisce la pratica dell'osteopata nel trattamento dell'infertilità?
"Il MOVIMENTO E' VITA: questo è il principio alla base dell'Osteopatia.
La funzionalità dell'apparato ginecologico può essere aiutata con l'osteopatia attraverso trattamenti che mirino a:
  • ristabilire la mobilità dell'utero, liberandolo per esempio da aderenze peritoneali o cicatriziali;
  • rimettere in equilibrio tutti i legamenti ed il legamento sospensorio dell'ovaio;
  • ridurre la compressione viscerale sugli organi genitali;
  • liberare l'apparato ginecologico dal colon sia sinistra che a destra.
Altrettanto importante è il trattamento manipolativo osteopatico rivolto all'apparato circolatorio nel suo complesso e in relazione all'apparato ginecologico.
Come diceva Still: “l'arteria è suprema”, pertanto ogni restrizione della mobilità degli organi determina la diminuzione del flusso dei liquidi oltre al sangue, anche della linfa, causando quindi degli squilibri all'interno dell'organismo."

qui il link all'articolo:

martedì 21 aprile 2015

E l'eterologa?





Qual'è la situazione attuale dell' eterologa in Italia? Una coppia prova a mettersi dall'altra parte, per cercare di donare ovuli e spermatozoi nei centri lombardi di fecondazione assistita. Il risultato? "no", "non so" "ci dispiace ma..."



"Dicono che l'eterologa  -  partita un anno fa, praticamente imposta dalla magistratura  -  non stia decollando. Dicono che non ci sono abbastanza donatori e per questo il meccanismo non si mette in moto: manca la "materia prima", insomma.

Bene, allora proviamo a donare, proviamo a capire come si fa a dare una mano. Proviamo a stare dall'altra parte della barricata: non quelli che chiedono un aiuto alla scienza per avere figli, ma quelli che si mettono a disposizione. Entrambi trentenni, in buona salute e armati di altrettanta volontà, scopriamo però che nella ricca, efficiente e moderna Lombardia donare agli altri (e senza chiedere nulla in cambio) è un'impresa disperata, per veri temerari. E così incassiamo sfilze di "no", "non so", "eh?", "ci dispiace ma... " e affini."


link all'articolo:
http://www.repubblica.it/salute/2015/04/18/news/_il_nostro_viaggio_a_vuoto_nel_labirinto_eterologa_l_italia_non_e_ancora_un_paese_per_donatori-112236442/

martedì 14 aprile 2015

FIVET: esperienze e difficoltà





"Sono tante le cose che si possono dire sulla fecondazione eterologa e troppe le difficoltà che una coppia deve affrontare per poter percorrere questa strada. La cosa migliore credo sia lasciar parlare chi ci è passato e ci può offrire un punto di vista sincero ed attendibile sugli aspetti tecnici ed emotivi di questa tecnica. Ecco perché ho scelto la storia di Raffina e Bertrando, una coppia tra le tante che ha accettato di raccontarci la propria esperienza"

Qual è stato il percorso che vi ha portati a scegliere la fecondazione eterologa?


© Thinkstock
Il 24 dicembre 1998, dopo quattro anni di matrimonio, scoprimmo di essere una coppia sterile. La prima reazione di mio marito, a caldo,  fu “se mi vuoi lasciare ti capisco” perché il nostro problema era l'assoluta assenza di spermatozoi. Ovviamente non pensai nemmeno per un secondo a lasciarlo. La notizia mi gettò nella disperazione perché la maternità per me era un sogno da lungo tempo, forse da sempre, ma da subito il problema mi si presentò come un problema della coppia, non suo.
Un giovane medico che conoscemmo in quell'occasione ci prese per mano e ci accompagnò alla ricerca di una soluzione. Mio marito subì due interventi di biopsia testicolare alla ricerca di uno spermatozoo anche immaturo, ma la diagnosi fu “Only Sertoli Cells” ovvero non c'erano nemmeno le cellule preposte a produrli, gli spermatozoi.
Facemmo qualche tentativo di inseminazione intrauterina con seme di donatore e su consiglio del medico ci rivolgemmo alla Svizzera: vicina e con molta esperienza nel settore ed un impianto normativo collaudato.
Non andò bene e ogni tentativo era un fallimento, un piccolo lutto. Per questo motivo, soprattutto per la preoccupazione di mio marito per la mia salute mentale, sospendemmo i tentativi a tempo indeterminato. Nel frattempo altre esperienze (un affido temporaneo, in particolare) occuparono le nostre energie.
Nel 2004, poco prima che entrasse in vigore la Legge 40/04, decidemmo di riprovarci. Mio marito cercò di convincermi a stabilire un numero finito di tentativi. Io acconsentii a non accanirmici, ma svicolai sul numero. Inoltre decidemmo di provare con la FIVET anziché con le IUI.
Riuscimmo a fare il primo tentativo in Italia. Sembrò andare bene, ma dopo poche settimane il sogno finì e intanto la nuova Legge era entrata in vigore.

http://gravidanza.doctissimo.it/rimanere-incinta/fertilita-infertilita/fivet-esperienze-e-difficolta.html

mercoledì 8 aprile 2015

Infertilità. Censis, natalità bassa, ma cresce il numero dei bambini “in provetta”: +169% in sette anni












 "Sono ancora molte le criticità nella risposta sanitaria all’infertilità, più orientata alle cure che alla prevenzione, e una disparità di offerta terapeutica sul territorio. L’88,7% di ginecologi, andrologi e urologi ritiene che L’Italia sia afflitta dal grave problema della bassa natalità e che la scarsa propensione degli italiani ad avere figli è ricondotta principalmente a motivazioni economiche (75,3%). Il 75% degli specialisti è convinto anche che la crisi economica scoraggi le coppie che devono ricorrere alla procreazione medicalmente assistita."

link all'articolo: http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=27007

mercoledì 1 aprile 2015

L'infertilità per lei, l'infertilità per lui






L'infertilità femminile ha una rappresentazione simbolica diversa da quella maschile. 
Entrambi sperimentano rabbia e impotenza, ma nell'universo femminile la maternità ha un significato più profondo collegato al generare vita.


"Per una donna scoprirsi infertile, significa accettare una frattura con l’ordine precostituito, significa accettare il tradimento del patto con Dio, secondo cui siamo state fatte per generare vita. Significa vuoto e assenza e significa molto altro. Ma mi chiedo: per un uomo è lo stesso?"


"Mi domando come sia il mondo visto con gli occhi di un uomo che vive l’infertilità della propria compagna o la sua. In entrambi i casi credo che il senso di frustrazione e di rabbia abbia a che fare con un sentimento di potenza e di virilità negata. Eppure, quando è Lei nella coppia la più debole, la persona da proteggere da se stessa, dalla collera nei confronti del suo corpo rotto, l’uomo ha un duplice compito che svolge per lo più in maniera magistrale: amare, sostenere e contemporaneamente fare compromessi continui con il vuoto di entrambi e la normalità della vita intorno. Mentre scrivo, penso alla modalità con cui le donne approcciano alle cose e come, tranne rare eccezioni, l’autolesionismo abbia cromosomi femminili."


per continuare a leggere l'articolo:
http://www.lenuovemamme.it/linfertilita-per-lei-linfertilita-per-lui/